Tornavo a Bologna.Nei mesi successivi Vanessa e io avremmo tentato di compartire la lezione di Padre Tarcisio, la lotta per l'Autonomia Indigena del popolo Guaranì e quel poco che siamo riusciti a combinare alla Tekove Katu con ogni mezzo: internet, carta stampata, Second Life (esisteva ancora l'anno scorso).Purtroppo la situazione non è migliorata. Tutt'altro.I nazi-leghisti dei dipartimenti di Santa Cruz, del Beni e di Tarija hanno vinto i referendum sull'autonomia (una sorta di federalismo a esclusivo vantaggio dei proprietari terrieri, esigua minoranza di schiavisti bianchi in un Paese con oltre il settanta per cento di indigeni) e si sente puzza di golpe.Evo per disinnescare la mina ha convocato un referendum nazionale su di lui. Proprio così, il 10 agosto tutti i boliviani diranno se vogliono che Morales termini il suo mandato (mancano due anni e mezzo e la Costituzione impedisce un secondo incarico) o no.L'idea che l'Avanzo di Balera possa mettere a disposizione la poltrona perché perde le elezioni regionali o che Bush indica un referendum sul proprio mandato perchè (tipo) in Louisiana, Florida e Texas hanno vinto i democratici è fantapolitica, no?Non in Bolivia.Dove il demagogo Morales può dichiarare serenamentese perdo me ne torno a coltivare coca.D'altronde laggiù governare non è uno scherzo neanche per il MAS, il razzismo è la norma e gli indigeni sono considerati bestie da lavoro. Veri e propri servi della gleba del XXI secolo, come denuncia il rapporto della Corte Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), organismo dipendente dalla Organizzazione degli Stati Americani (OEA), elaborato tra il 9 e il 13 giugno scorsi.Nel video sopra, 18 campesinos tormentati da pugni e calci, obbligati a marciare seminudi fino in piazza 25 Maggio, a inginocchiarsi di fronte alla Casa de la Libertad, a baciare in terra, a baciare la bandiera della autonomia, a cantare l’inno di Chuquisaca e a bruciare con le loro stesse mani le whipalas (le bandiere tradizionali degli indigeni) a Sucre, lo scorso 24 maggio.Scrive César Brie:Ho filmato le pietrate, i calci nelle porte, i vetri rotti e i candelotti di dinamite lanciati all’interno della casa di Wilber Flores, il deputato del MAS che il 10 aprile scorso è stato inseguito dentro il Municipio, percosso e torturato dentro l’albergo in cui aveva cercato rifugio. Flores era all’Abra al momento dell’attacco a casa sua, dove la moglie e la figlia sono dovute fuggire dal tetto per non essere linciate.Il 10 agosto è un giorno importante per la democrazia boliviana, non solo per Morales. PiesseHo saputo che Francesco è tornato in Bolivia per restare. Che si sposa, addirittura.Sono felice per lui, per lei, per Padre Tarcisio, per Nicolaza e per tutti i ragazzi della Tekove.Mi mancano (un po') tutti.