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 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
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21 maggio 2011
"PISAPIA HA MESSO ZIZZANIA TRA I BEATLES"
“Pisapia volò sul nido del cuculo”, “Pisapia è apparso alla Madonna”,
“Pisapia è il padre di Charles Manson”, “Pisapia rubava gli stemmi
delle automobili Mercedes e Renault per farsi le stelle a 5 punte”,
“Pisapia guida solo se ha bevuto almeno una bottiglia di Jack Daniels”,
“Pisapia lecca tutta la crema dai ringo, e poi richiude il pacchetto”,
“Pisapia caga per strada dando la colpa ai cani”, “Pisapia imbottisce
gli slip con l’ovatta”, “Pisapia è stato battezzato da Marilyn Manson”,
“Pisapia ti fa format:\c sul tuo pc”, “Pisapia ha passato la roba alla
Gelmini. Poi lei ha scritto la riforma”, “Pisapia ha offerto il primo
tiretto a Morgan”, “Pisapia ha fatto pubblicare una raccolta di sudoku
sbagliati”, “Pisapia costudisce il segreto della Campana di Bronzo, è
pronto ad invadere la terra a capo del popolo Yamatay”. “Pisapia è una
scia chimica prodotta dal signoraggio che ha complottato un attentato
alle torri gemelle per inscenare la morte di Paul McCartney”, “Noi siamo
PISAPIA. Sarete assimilati. Ogni resistenza è inutile”.
“Pisapia ha comprato il primo petardo a Unabomber”, “Pisapia scrosta
le opere esposte alla pinacoteca di Brera”, “Pisapia bara al
fantacalcio”, “Pisapia annusa la maglia sotto le ascelle per capire se
la può mettere il giorno dopo”, “Pisapia accende le candele in chiesa e
non la lascia l’offerta”, “Pisapia si frega la patatina + rossa del
sacchetto delle Più Gusto”, “Pisapia attaccava le caccole sotto il
banco”, “Pisapia ha usato la sacra sindone come accappatoio”, “Pisapia
respira elio alle conferenze solo per dare fastidio con la voce”,
“…Pisapia è Keyser Söze…”, “Pisapia è quello che si mangia tutti i
canditi del tuo panettone”, “Pisapia è punk”, “Pisapia scalda le monete
con l’accendino e poi le da come elemosina agli zingari”, “Pisapia
quando si traveste da mimo.. parla”, “Pisapia tiene occupati i parcheggi
con le sedie“, “Pisapia si procura piacere strusciandosi sull’eternit”,
“Pisapia è il produttore di Richard Benson!”, “Lo sceriffo di Sherwood
era un antenato di Pisapia”, “Pisapia portava i film pormo a Bin Laden”,
“Pisapia ha messo zizzania tra i Beatles”, “Pisapia ha scritto il
finale di Lost”, “Pisapia ha fatto sciogliere i Litfiba. Poi, non pago,
li ha fatti rimettere insieme!”, “Pisapia scarica da internet i tuoi
cd…”.
“Pisapia ha appena accettato l’amicizia con Maria De Filippi”,
“Pisapia mette il dito tra moglie e marito”, “Pisapia è nato in Kenia e
non può essere eletto”, “Pisapia spende tutta la paghetta in figurine e
liquirizie”, “Pisapia picchia i bambini con gli occhiali”, “Pisapia
organizza Happy Hour sui marciapiedi”, “Pisapia tocca le tette alle
Barbie”, “Pisapia durante i compiti in classe faceva scudo con
l’astuccio per non far copiare i compagni”, “Pisapia paga i conti con i
gettoni telefonici”, “Pisapia si è impossessato di Mike Bongiorno”,
“Pisapia ha messo il proiettile vero nella pistola che ha ucciso Brandon
Lee. Pisapia ti odio”, “Pisapia tiene occupato per ore l’ascensore
quando devi portare a casa la spesa, e prima di uscire ci scorreggia
dentro”, “Pisapia finisce la nutella e la spalma sui bordi del vasetto
per farlo sembrare pieno!”, “Pisapia ha clonato il cellulare di Lele
Mora”, “… Pisapia riesce a caricare FIFA 2011 sul Commodore 64…”,
“Pisapia è lo stilista di Lady Gaga”, “Pisapia è l’uomo tigre”, “Pisapia
vieterà l’uso dei fiocchi intercambiabili sulle Lelly Kelly… attente
bambine!”, “Pisapia è il direttore occulto del Fatto Quotidiano”,
“Pisapia caga sulle piste ciclabili”, “Pisapia è
supercalifragilistichespiralidoso”, “Pisapia altri non è che il malvagio
imperatore Zurg”, “Pisapia è Voldemort“, “Pisapia ha ucciso Laura
Palmer”, “Pisapia è un apostrofo rosa tra le parole Red e Ronnie”.
“Primo esempio del vento che sta cambiando a Milano: cancellato
LiveMi di sabato 21 maggio, in Galleria del Corso. Era l’inizio di
LiveMi 2011 (che se vincerà Pisapia sarà cancellato dai progetti del
Comune). Dava spazio a gruppi e artisti emergenti che potevano esibirsi
con brani propri. In compenso Pisapia sta pensando a un megaconcerto con
Jovanotti, Ligabue e Irene Grandi. Per dare voce a chi non ce l’ha”.
Questa è la causa prima dello tsunami di messaggi (migliaia, sopra c’è
solo una selezione sbrigativa) che ha investito la mansueta pagina Facebook di Red Ronnie,
presentatore tv e collaboratore del sindaco Moratti, che ha tentato un
po’ goffamente di difendersi appellandosi alla solita provocazione
“perché è il prefetto che ha deciso. Perché quelli di Pisapia mi hanno
già detto che se vinceranno, non riconfermeranno più la manifestazione
che organizzo”.
La cazzata del povero Red Ronnie è stata il “la”, l’ispirazione, il
pretesto liberatorio che mi ha confermato, se mai ce ne fosse stato
bisogno, la superiorità morale di mezz’ora di risate. Che hanno
seppellito le tigne di Berlusconi&Co e reso ancora più rock star il
capo dell’orda di “terroristi”, “tossici”, “zingari” e “puzzoni”, alla
conquista della capitale morale d’Italia.
L'articolo è stato pubblicato su The FrontPage.
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4 gennaio 2011
LETTERA AGLI STUDENTI
Sperando di svicolare dignitosamente tra
paternalismo senescente e cinismo distaccato, mi prendo queste righe
d’inizio anno per rivolgermi ai militanti del Movimento Studentesco
Nazionale, con tutte e tre le maiuscole proprio come ho trovato in giro
per il web, manco fosse una citazione di un ciclostilato degli anni ’70.
Per la prima volta, dopo gli anni settanta
infatti, si parla di Movimento Studentesco e non di Onda, Pantera, Udu,
Cl, collettivi, Sinistra Giovanile, Azione Giovani e via citando. E
questo fatto, di per sé, è già un evento. Nell’immaginario collettivo è
passato che gli studenti in quanto tali esprimono un disagio vero, che
in qualche modo mostra un nervo scoperto dell’Italia del 2010: quello
dei giovani e del furto di futuro che si sta compiendo ai loro danni.
Con sfumature diverse, naturalmente, è
opinione diffusa (confortata dall’esperienza quotidiana) che un disagio
generazionale esista e valichi ampiamente le sensibilità politiche e le
classi sociali. Il presidente Napolitano ha in qualche modo raccolto
questo disagio, la sensazione che qualcuno o qualcosa abbia cambiato le
carte del futuro, ma gli altri – politici, giornalisti e parolai vari –
si sono limitati a dividersi, con diverse sfumature, in opposte
tifoserie. Come a Genova.
E il fatto che non ci sia stato un altro
Carlo Giuliani, alla manifestazione di Roma, è un miracolo, un caso
fortuito di un destino che andrebbe accuratamente assecondato, evitando
di fare della violenza un totem (ancorché simbolico) che alla fine dei
conti ottunde la ragione e mena comunque rogna. Ma questo è scontato, a
parole son buoni tutti. Meno scontato è capire in che modo capitalizzare
quel credito di visibilità acquisito, l’essere percepiti da buona parte
dell’opinione pubblica – nonostante le auto e le teste fracassate –
come una buona causa. Quella di chi si batte per un’università migliore.
“ADOZIONE DI UN CODICE ETICO per evitare
incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. LIMITE
MASSIMO AL MANDATO DEI RETTORI di complessivi 6 anni, inclusi quelli già
trascorsi prima della riforma. Un rettore potrà rimanere in carica un
solo mandato e sarà sfiduciabile. NUCLEO DI VALUTAZIONE D’ATENEO A
MAGGIORANZA ESTERNA per garantire una valutazione oggettiva e
imparziale. GLI STUDENTI VALUTERANNO I PROFESSORI e questa valutazione
sarà determinante per l’attribuzione dei fondi dal ministero.
VALUTAZIONE DEGLI ATENEI: Le risorse saranno trasferite dal ministero in
base alla qualità della ricerca e della didattica. OBBLIGO PRESENZA
DOCENTI A LEZIONE: avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a
lezione.”
Alcuni di questi punti della riforma Gelmini
sono da almeno quindici anni bandiere dell’associazionismo di
centrosinistra (oggetto ossessivo di quella vasta letteratura minore che
pullula fra i documenti politico-programmatici redatti nottetempo da
comitati fumanti) e, anche se bisogna vedere cosa c’è sotto i titoli (e
nei decreti attuativi), prima o poi bisognerà prenderne atto. Perché non
accettare, quindi, la proposta del ministro
e chiedere di discutere nel merito, fare controproposte puntuali e
obbligare i parlamentari di riferimento a presentarle? Che senso ha
lasciare la riforma dello status giuridico dei docenti-baroni, la cui
legge era stata palleggiata tra Camera e Senato per due-tre lustri, al
solo governo Berlusconi e rifugiarsi nell’aventino mediatico della
piazza tout-court? Perché non stupire con effetti speciali, tipo
l’intelligenza?
L'articolo è stato pubblicato (con un altro titolo) su The FrontPage.
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3 dicembre 2010
"MEGLIO IL FUOCO DELLA BATTAGLIA"
“Due canaglie votate al male. Concentrato di malefica intelligenza.
Subodoro una trappola. D’accordo. In chat su fb.” Mauro Zani non ha
dubbi e, brusco e bonario come l’archetipo di emiliano che incarna,
accetta su due piedi la mia intervista per tFP. “È il blog
diretto da Velardi&Rondolino che mi dicono di salutarti (consapevoli
del rischio di essere mandati a cagare per interposta persona) e mi
piacerebbe sapere il tuo parere su Pd, Bologna, rapporto con la Rete. Se
ti piace l’idea possiamo anche fare in chat, qui su Facebook, su Skype o
dove credi.” Dopo un paio di giorni, a sera tarda, abbiamo combinato.
Ecco il copia e incolla di com’è andata.
Zani (Z): “Forza”
Orione
(O): “Dunque, Mauro Zani: consigliere comunale, consigliere
provinciale, presidente della provincia di Bologna, segretario del Pci…”
Z: “Già, eccomi”
O:
“Poi segretario regionale, consigliere regionale, deputato, eurodeputato
e coordinatore della segreteria nazionale Pds-Ds, adesso blogger. Lei
fa il blogger a tempo pieno? Ha smesso di fare politica attiva per
davvero? Come si sente?”
Z:
“Fermo lì. Una cosa per volta. Faccio il blogger certo. La politica la
osservo e se del caso la critico. Son come quei pensionati che
s’aggirano intorno agli operai al lavoro e… mugugnano, e… avanzano
rilievi critici…”
O:
“Ci tiene a rimarcare che ha smesso con la politica attiva, l’ho letto
più volte. Dal distacco etereo del blog com’è, la politica?”
Z:
“Già. Niente politica attiva. Altrimenti mi pensano in agguato dietro
una siepe… il lupo cattivo… La politica non sta tanto bene”
O:
“Lo stato di salute di Pd e Pdl sembrano darle ragione… Perché, secondo
lei, dal ‘92 ad oggi il grado di consunzione di partiti e leader
politici è così alto? A sinistra, in particolare, è un’ecatombe”
Z: “M’interessa più stare a ridosso del Pd naturalmente. E… son così annoiato d’aver sempre ragione”
O: “Occhetto, D’Alema, Veltroni, Fassino, Cofferati, Franceschini, Bersani, Prodi… ne ho perso qualcuno?”
Z:
“Beh, consunzione dei leaders? Forse, resta che s’avvicendano più o
meno gli stessi. Li conosco, a memoria… Appunto son quelli”
O:
“Ma perché nessuno molla, come lei? Non lo capisco. Voglio dire, ha una
bella pensione, un sacco di amici sparsi per il mondo, parecchi libri da
leggere in sospeso…”
Z:
“Questione egoica. Hanno poco rispetto per le loro persone… e poi in
pensione non si sta tanto bene. Meglio il fuoco della battaglia. Per
mollare basta andare per cinque anni nel Parlamento Europeo. E non vedi
l’ora che finisca! In sostanza per mollare bisogna fare un apposito
training… io modestamente lo feci”
O: “Si vede… Devo confessarle che all’inizio non ci credeva nessuno…”
Z: “Già. Poi però non mi va di starmene zitto e buonino…”
O: “Nono, intendo che nessuno credeva che fosse lei”
Z: “Prego?”
O: “Alcuni hanno insinuato che fosse un vero e proprio furto d’identità… un gesto dadaista”
Z: “Fantastico, è un mondo pieno di matti!”
O:
“Un erede di Guy Debord si era impadronito del brand ‘Mauro Zani’ e le
stava suonando a tutti di brutto… beh, non era una tesi tanto campata in
aria. C’era una discreta differenza tra il prima e il dopo di Mauro
Zani”
Z: “In verità c’è chi sa bene che io ho sempre suonato, adesso ho semplicemente cambiato strumento. E non mi dispiace”
O:
“Comunque, sono felice che quello che diceva che Zani era morto e il
blogger era uno sciacallo identitario si fosse sbagliato…”
Z: “Comunque quello vero è il blogger, seppur in erba”
O: “Bene: da bolognese chiedo al blogger, che dal cv mi pare informato dei fatti, che sta succedendo a Bologna?”
Z: “Sono informato anche dei misfatti”
O: “Immagino… lo spettacolo penoso che la riportò in città nel ‘99 si sta ripetendo o è una mia idea?”
Z: “A Bologna assistiamo con ogni probabilità all’ultimo atto di una
lunga storia. Quella di una sinistra al governo per mezzo secolo e che
dopo la nascita del Pd s’appresta a passare il testimone ad altri.
Difficile dire adesso come andranno le cose, ma può persin darsi che,
con l’aiuto di Vendola, Dossetti si prenda una rivincita post-mortem.
Naturalmente non ho nulla contro gli eredi di Dossetti, tanto più che
fino a qualche mese addietro, era persin possibile che la rivincita la
prendessero i legittimi inquilini di Via Altabella. Sì, insomma, per i
non bolognesi la Curia. In sostanza non si sta ripetendo semplicemente
lo ‘spettacolo’ del ‘99. Con la meravigliosa idea che ha fatto
frettolosamente nascere il Pd tutto lo scenario è cambiato. Non son
sicuro che a Bologna e a Roma se ne abbia contezza”
O: “Lo
scenario è cambiato, non solo a Bologna e in Italia. Non mi pare che il
Pse goda di ottima salute… I socialisti stanno perdendo ovunque in
Europa, mentre la sinistra conquista il Sudamerica stato dopo stato,
facendo la sinistra per davvero… Qual è la lezione?”
Z:
“Infatti. Perciò, modestamente, a suo tempo spiegai che si trattava di
cercare una nuova (parolone antico) sintesi. Un progetto demosocialista.
L’idea, semplice, che siamo tutti democratici dopo l’89, e che quindi
definirsi semplicemente tali è come cercar d’afferrare il nulla. Calci
al vento. Perché la sinistra in America del sud vince? Semplice: perché
critica la liberaldemocrazia nei fatti e non con la semplice ideologia,
della serie siamo socialisti, punto. O siamo democratici, punto. Morale.
Ci vuole un’identità definita. Per me basterebbe definirsi come democraticiesocialisti tutt’attaccato. Insomma ripartire bisogna, a costo d’attraversare il deserto.”
O: “Ok, e cosa significa, con un esempio, essere democisalisti? Demosocialisti, faccio fatica a scriverlo…”
Z:
“Capire che tutte le democrazie sono alla prova della globalizzazione
dell’economia e dei mercati, ad esempio, e di conseguenza imprimere
efficacia alla democrazia chiudendo la fase (novecentesca) della
liberaldemocrazia. Come? Recuperando e facendo circolare ideali, valori
di giustizia sociale nella democrazia. Ed è chiaro che ciò significa
promuovere taluni interessi contro taluni altri. Se son bigi tutti i
gatti allora le persone stanno a casa. A guardare (quando va bene) la
politica dallo schermo”
O:
“Ultima domanda: perché non si è candidato lei sindaco di Bologna? Lo
sa, vero, che con una buona campagna, lei poteva vincere…?”
Z:
“Per la ragione che avrei avuto contro prima di tutto il Pd. E anche
per il solito egotismo. Della serie: se non mi vogliono peggio per loro.
In più io non son adatto per le autocandidature. Proprio per niente:
all’ego s’aggiunge, paradossalmente, una ritrosia innata. Insomma siam
mal fatti!”
E’ mezzanotte passata, l’intervista è agli sgoccioli e Zani si concede un’ultima zampata.
“Piccolo motto conclusivo per i dirigenti nazionali del Pd: quando i
gatti han lo stesso colore scorazzano le volpi. E non son solo grilline.
Occhio ragazzi!”
Il blog di Mauro Zani è qui. L'articolo è stato pubblicato su The FrontPage.
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6 ottobre 2009
ZHOU YUNPENG
"Meglio non essere figli di cinesi, tuo padre e tua madre sono entrambi
vigliacchi che per dimostrare la loro fedeltà, quando la morte è a
portata di mano, fanno accomodare prima i leader"
Ogni tanto sulla Pravda si trovano cose interessanti. Prima ho scoperto la storia del "De Andrè" cinese, un cantautore cieco di 39 anni che ha vendutoo milioni di cd e che gira da solo per la Cina da oltre vent'anni cantando l'altra faccia della potenza cinese. CInismo, miseria, sfruttamento dell'uomo sull'uomo. L'unico mistero è perché non l'hanno ancora fatto fuori. In tempi in cui il leader della speranza progressita mondiale si rifuta di incontrare il Dalai Lama, come un D'Alema qualunque, si tratta di un dubbio legittimo.
Il video di Zhou Yunpeng l'ho preso qui.
zhou yunpeng
cina
de andrè
dalai lama
obama
| inviato da orione il 6/10/2009 alle 19:13 | |
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1 ottobre 2009
ITALIAGATE
 Che ci sia qualcosa di scandaloso nell'Italia di questo inizio ottobre 2009, è un dato di fatto. L'Avanzo di Balera procede ormai spedito lancia in resta verso le elezioni regionali, che ha eletto a regolamento di conti con nemici esterni e cortigiani infidi. Non possono essere tollerati dissensi o rischi di qualunque genere, come in ogni colpo di stato che rispetti infatti "l'unica parola d'ordine è che deve riuscire, costi quel che costi, e nessuno dovrà mai essere perseguibile in alcuna sede".
Ogni voce critica deve essere spenta, ogni dissenziente neutralizzato in una maniera o nell'altra. Il tempo stringe, il vecchio palpaculi ha compiuto i 73 e per completare il Piano di rinascita nazionale della P2 di Gelli non gli rimane molto.
La libertà di stampa in questo contesto è ovviamente un lusso. Si tratta tra l'altro di una libertà onerosa, a carico dei contribuenti e basterebbe un decreto legge (che recepisse il V-Day 2 di Grillo contro i finanziamenti pubblici ai giornali, ad esempio) per spegnerla senza tante discussioni (e col vento in poppa dei sondaggi). Perdippiù c'è la crisi e questa libertà viene ormai usata quasi solo per raccontare storie di orge, coca, mignotte e ruffiani. Operai, studenti, precari e cassintegrati fanno le comparse di questo autunno per ora assai tiepidino.
Poi naturalmente ci sono i Travaglio. Giacobini de noantri per cui l'Avanzo di Balera è una vera manna dal cielo. Fa vendere libri e giornali (a Travaglio, Gomez, Colombo, Padellaro & Co.) e prendere voti (al buon Tonino nazionale, recentemente sculacciato con ferocia - troppa poca moralità nel partito - dal capo spirituale dei sanculotti, Flores D'Arcais). Libertà minacciata e giustizia ad personam sono il vero e proprio core-business delle loro carriere, il leit motiv del loro discorso pubblico da quindici anni in qua. L'altra faccia di questa Italia da paura.
Verrebbe voglia di dire: spegnetela quella tv del cazzo, chiudeteli tutti i giornali novecenteschi pagati con le nostre tasse. Lasciateci in pace in Rete. In questo momento però attaccare la libertà di stampa significa prendere a calci la democrazia repubblicana, sport nel quale l'Avanzo di Balera notoriamente eccelle. Per questo bisogna difendere tutti quei chili di carta che ingombrano le edicole ogni mattina e quel poco di non subumano che resta nei palinsesti tv (per chi ci guarda ancora).
Alla manifestazione del 3 ottobre (che doveva essere il 19 settembre) per la libertà di stampa ha aderito anche la Rete degli Studenti. Le Lance Libere hanno preparato il manifesto (sopra) e un adesivo che verrà distribuito in manifestazione.
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18 luglio 2009
SULLA PELLE DEI RAGAZZINI

Non ci vuole molto per capire che
mettere fuori legge l'alcol significa rendere una sbronza da Cointreau
ancora più eccitante, a quindici anni. Chissenefrega dello stato, delle
leggi, della salute, a quindici anni.
Ma la destra moralista e inconcludente della Moratti sceglie la strada
della propaganda sulla pelle dei ragazzini e crea un pericoloso
precedente che, di certo, il governo bullista dell'Avanzo di Balera
raccatterà alla prossima orgia mediatizzata.
L'alcol è una droga pesante e come tale andrebbe trattato.
Senza il proibizionismo straccione che rincorre i ragazzini alla loro
prima Ceres, ma con leggi che ne regolano l'uso e l'abuso. Sia per chi
ne fa uso che - soprattutto - per gli altri. Ad esempio non è un
diritto andare in giro con una bottiglia di vetro - un'arma - in mezzo
alla strada, magari sbronzi.
E soprattutto c'è bisogno di un'opera sistematica di prevenzione.
Bisogna spiegare ai ragazzi che diventare alcolizzati non è così
difficile e che la vita, dopo, è un vero schifo.
L'immagine è tratta da una campagna che ho realizzato due anni fa per l'Arci di Bologna.
L'articolo del Corriere è qui.
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7 giugno 2009
MONARCHIA?
 Secondo Nota Politica i giochi sono fatti. Il cavallo vincente è quello dell'Avanzo di Balera mentre SuperDario rimane al palo. Poco sopra quel minimo che consente (forse) la sopravvivenza della scuderia, ma che non mette certo al sicuro il fantino.
Il quadro generale del match è sconsolante: i ronzini dell'ex Unione tutti insieme stanno al 40%, 10 punti secchi in meno di quando dirigeva la baracca il Prof. L'Italia s'è destra? L'immagine è lo screenshot del primo frame del messaggio di chiusura della campagna web del Pd, di cui ho curato la creatività per conto di ProDigi. Il blog del DDT, il Democratic Day Team che ha realizzato la campagna, è qui. L'articolo dell'Unità sulla campagna è qui, quello del Messaggero infine qui.
Corse clandestine dell'ultimo minuto (da Nota Politica):
Ippodromo Centrale /2
Varenne
40.2 Fan Idole
27.0 Groom de
Bootz 10.1 Galopin du
Ravary 7.0 Ipson de
Mormal 5.8 General du
Pommeau 2.7 Gebrazac
3.1 Hirosaka
2.9 Grace Ducal
1.2
Ippodromo Dynamique
Varenne
38.0 Fan Idole
26.9 Groom de
Bootz 9.4 Galopin du
Ravary 7.8 Ipson de
Mormal 6.5 General du
Pommeau 3.0 Gebrazac
2.4
(18 spettatori su 100 incerti se andare o meno all'ippodromo)
Ippodromo de la Baguette
Varenne
37.5 Fan Idole
26.5 Groom de
Bootz 9.0 Galopin du
Ravary 8.0 Ipson de
Mormal 6.5 General du
Pommeau 3.1 Gebrazac
3.2 Hirosaka
2.5
Ippodromo Frizzy /3
Varenne
40.0 Fan Idole
26.3 Groom de
Bootz 10.5 Galopin du
Ravary 7.0 Ipson de
Mormal 5.5 General du
Pommeau 3.5 Gebrazac
2.5 Hirosaka
3.6 Grace Ducal
2.5
(si prevede un affluenza all'ippodromo di circa 66 spettatori su
100)
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3 giugno 2009
MAMME TOSCANE
 Che spettacolo!
mamme toscane
prato
berlusconi
| inviato da orione il 3/6/2009 alle 17:51 | |
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30 maggio 2009
E IO GIOCO A MINISTERY
Avanzo di Balera. Mai soprannome fu più azzeccato, forse dovrei registrarlo. Negli ultimi giorni mi sono scoperto un bacchettone tremendo. Così mi sono sentito leggendo delle gesta del premier sui comunicati politici della Pravda. Un bacchettone politicamente corretto che fa il biglietto sull'autobus e mal tollera che suo figlio di tre mesi venga su in un'Italia nelle mani di quell'omaccio là.

Poi ho guardato l'ultimo Prodi di Guzzanti, ho fatto un match a MINISTERY (sopra la testata) e mi sono sentito l'ultima intercettazione tra l'Avanzo di Balera e Evelina Manna sull'Espresso. Non mi sono solo divertito, credo di aver anche capito perché Prodi ha sempre vinto contro l'omaccio. Che alla fine non ne ha colpa: stare sotto schiaffo di 300 shampiste affamate (oltre che di una corte di brunettoli gracchianti) dev'essere davvero una brutta vita.
MINISTERY, insieme a tanti altri giochi, video e gags è sul blog "Mai dire Pd": qui. Su Facebook è qui.
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30 aprile 2009
SACCO E VANZETTI 2009
 La mia amica Sara scrive sul Manifesto. L'altro ieri ha pubblicato un'intervista a Francesco Taurisano, presidente di collegio al Riesame di Roma, il giudice che ha scagionato Karol Racz e Alexandru Loyos
Iszstoika, i due rumeni finiti sulle prime pagine dei giornali di tutta
Italia come "gli stupratori della Caffarella" e poi salvati dalla prova
del dna, nonostante la procura insistesse col dire che i colpevoli
erano loro.
Quando Sara gli ha fatto notare che questa "è una storia che ricorda i grandi casi di cronaca di inizio secolo..." Il magistrato non si è tirato indietro: "Considerando
le differenze di epoca e di contesto, somigliano ai nostri immigrati
Sacco e Vanzetti. Almeno dal punto di vista di una giustizia nata sulle
pagine della stampa"
Tutta l'intervista è qui. L'immagine l'ho presa in prestito qui.
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11 aprile 2009
KILL B.
 Tre anni fa collaboravo con un'agenzia di Bologna, che aveva mi commissionato la creazione di un videogioco per la campagna elettorale di UIivo e Ds (nella foto la pubblicità sull'Unità). Poi vinse Prodi (col voto determinante dei giovani), D'Alema divenne il suo vice e Bertinotti presidente della Camera. Diliberto, Giordano, Mastella, Di Pietro e Pecoraro Scanio già preparavano il manicomio.
Sembrano passati tre secoli e buona parte di questi cognomi già appartiene alle specie estinte, ma spegnere l'Avanzo di Balera giocando a "Kill B." da sempre una gran soddisfazione.
Per giocare clicca qui.
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4 aprile 2009
NAT@ IL 4 APRILE
 Dopo
il solito balletto delle cifre (2milioni 700mila manifestanti secondo
la Cgil, 200mila per la Questura), la grande manifestazione del
Sindacato ("tra le più grandi di sempre" secondo Epifani) è già scesa al terzo posto anche sulla Pravda. Il Corriere
l'aveva declassata intorno all'una e mezzo, dopo gli scontri di
Strasburgo e l'ennesima performance europea dell'Avanzo di Balera, e la
Stampa mentre scrivo la riporta come quarta notizia.
Forse
varrebbe la pena di riflettere sull'efficacia degli strumenti di lotta
del Novecento (scioperi, manifestazioni, cortei, ecc.), senza dare
subito la colpa al regime di libertà vigilata (peraltro indubitabile)
in cui versano i nostri "media". O almeno fare qualcosa per evitare che
un gran numero di manifestazioni, di impatto simile e ravvicinate fra
loro, creino l'effetto ridondanza che annacqua il messaggio e lo rende
"disinteressante".
Per il 4 aprile le Lance Libere hanno curato messaggio, strumenti e azioni di comunicazione per la Rete degli Studenti e per l'Unione degli Universitari,
le associazioni studentesche scese in piazza con lavoratori e
pensionati, cercando di esportare i contenuti degli studenti dal Circo
Massimo al circo mediatico, usando soprattutto Internet ma anche
l'advertising tradizionale e gli strumenti classici della guerilla
(adesivi, stencil).
Questo è l'adesivo realizzato per l'Unione degli Universitari:
 Quello sopra è il manifesto della Rete degli Studenti, in affissione formato 100x140 - tra l'altro - in 5000 postazioni a Roma.
Sono
stati creati anche dei quiz su Facebook, strumenti di marketing virale
per diffondere messaggio e contenuti, che hanno affiancato i numerosi
gruppi tematici creati dalle associazioni. Quello della Rete è qui. Quello dell'Udu è qui.
Studenti.it
(portale market-leader sul target giovane) ha pubblicato (scaricabile)
i kit anti-crisi con le proposte delle associazioni contro i tagli del
governo a scuola, università e formazione. Quello della Rete è qui. Quello dell'Udu è qui.
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27 marzo 2009
TECNORIVOLUZIONE PD
 A pensare male si fa peccato e non sempre ci si prende. Dopo tanti sbertucciamenti subiti, è proprio dal Pd italiano che giunge un progetto di legge sulla Rete che ne promuove lo spirito libertario, l'impatto socialmente positivo e l'innovazione economica e culturale che ne scaturisce (aria fresca in tempi di stagnazione). La Pravda così sentenzia:
"ACCESSO LIBERO e senza filtri a internet, contro ogni forma di censura. Diffusione del software open source
nella pubblica amministrazione. Abbattimento delle barriere
tecnologiche che creano cittadini di serie A e di serie B e quindi, tra
l'altro, banda larga alla totalità della popolazione entro il 2012 e
aiuto per entrare nella società dell'informazione a coloro che "versano
in condizioni di disabilità, disagio economico e sociale e di diversità
culturale".
Questi i contenuti rivoluzionari della proposta di Vincenzo Vita e Luigi Vimercati che addirittura propongono la net neutrality della Rete per legge (come stanno chiedendo i più accesi tecnorivoluzionari d'oltreoceano al neopresidente col BlackBerry). La Pravda infatti non manca di sottolineare che:
"In particolare, questo è il primo progetto di legge in Italia (e forse
anche nel mondo, come commentano molti addetti ai lavori in queste ore)
a battersi a favore della neutralità della rete. È il principio secondo
cui gli operatori non devono discriminare l'accesso internet
dell'utente e non devono cioè rallentare o velocizzare alcuni
contenuti, siti, applicazioni su internet. Finora internet si è retta
su questo principio, che nel bene o nel male ha permesso l'arrivo di
servizi innovativi."
Tutto l'articolo della Pravda: qui. L'immagine è stata presa in prestito qui.
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20 marzo 2009
LIBERO BLOG IN LIBERA RETE
In Italia, con Facebook che ha sfondato i 7milioni di utenti e la proliferazione di blog senz'anima sostanzialmente autoreferenziali (ma è un problema diffuso, visto il numero - altissimo - di libri stampati e quello - bassissmo di libri venduti) è cosa rara imbattersi in un blog che vale la pena di aggiungere ai preferiti.
È il caso del fotoblog di Luca De Mata, in cui mi sono imbattuto leggendo un suo commento a un post di Pina Picierno.
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21 febbraio 2009
DEMOCRISTIANO E FERRARESE? È IL KARMA, BELLEZZA!
 "...chi batte le mani adesso non venga poi domani a chiedermi dei posti..."
Per uno come me, bolognese e radicale, uno come Dario Franceschini in teoria è peggio di un dito in un occhio. In teoria.
Ferrarese Dalle mie parti si dice che "Ferrara è al confine con l'Inghilterra" perché gli automobilisti estensi fanno costantemente la barba alla mezzeria e sembra sempre che sconfinino verso la corsia di sinistra. Ora, guidare il partito al centro della scena politica e tenere sempre la barra a sinistra è lo spirito del discorso con cui il neosegretario si è presentato all'assemblea nazionale del Piddì. Mi sembra lo spirito giusto.
Democristiano Dopo averlo ascoltato, la Binetti ha dichiarato "Sono entrata alla Fiera di Roma con un'idea in testa ma dopo avere sentito Franceschini sono indecisa sul voto". Già questa è una ragione di soddisfazione: il primato della scelta individuale sui temi eticamente sensibili (cosiddetta laicità) è stato rivendicato da Franceschini a chiare lettere, che ha citato la proposta di legge del Piddì sul testamento biologico - che contiene questo principio (idratazione e alimentaziione incluse) - e ha fatto incazzare la Binetti. Tanto basta. D'altronde non è una novità: divorzio, aborto, legge gozzini sono state fatte sempre con la Dc al governo e il Pci all'opposizione (di solito terrorizzato quanto la Dc dal "nuovo").
Più in generale Franceschini è una garanzia perché almeno sa da che parte è girato. Ha un quadro di valori stabile da quando portava i calzoni corti, che forse gli impedirà di piegarsi alle mode come una banderuola e di giocare al piccolo statista, trionfale negli annunci e impotente nella realtà, come i figiciotti nichilisti che ci assediano da vent'anni con le loro nostalgiche scazzottate sotto i riflettori. Ti ci puoi scazzare con Franceschini, ma almeno sai chi è (forse perchè lo sa lui, innanzitutto).
Un pensiero infine per Uòlter, prima esaltato da media e pseudocompagni come un demiurgo, poi massacrato e umiliato senza vergogna: grazie di averci provato. Ma soprattutto grazie di averli lasciati tutti nella merda, dimostrando che il primato della politica sta solo nel loro cervellino bacato e che il mitico "senso di responsabilità" di solito è una scusa per farci lavorare (o ammalare) gratis.
Secondo Veltroni "Dario è la persona giusta per guidare il partito verso le nuove sfide"? Anche secondo me.
L'immagine l'ho presa qui. Franceschini segretario sulla Pravda invece è qui.
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9 febbraio 2009
SINISTRA RADICALE
 "L'Italia precipita, unico Paese occidentale, verso il baratro di leggi
razziali, con medici invitati a fare la spia e denunciare i
clandestini, cittadini che si organizzano in associazioni paramilitari,
al pari dei 'Bravi' di don Rodrigo, registri per i barboni, prigionieri
virtuali solo perché poveri estremi, permesso di soggiorno a punti e
costosissimo"
Niente da aggiungere, meno male che c'è Famiglia Cristiana. L'immagine l'ho presa in prestito qui.
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24 gennaio 2009
WHITE HOUSE 2.0

execUTIVE ORDER -- REVIEW AND
DISPOSITION OF INDIVIDUALS DETAINED AT THE GUANTÁNAMO BAY NAVAL BASE
AND CLOSURE OF DETENTION FACILITIES
By the authority vested in me as President by the
Constitution and the laws of the United States of America, in order to
effect the appropriate disposition of individuals currently detained by
the Department of Defense at the Guantánamo Bay Naval Base (Guantánamo)
and promptly to close detention facilities at Guantánamo, consistent
with the national security and foreign policy interests of the
United States and the interests of justice Leggi tutto.
Medioevo tecnologico Pare che all'arrivo alla Casa Bianca, nello staff di Obama sia stato il panico. Rottami
con Windows vecchi di un lustro - un flash per la mac-tribù del
tecnopresidente tossico di blackberry - pochi portatili, sito della
Casa Bianca (subito ristrutturato) in palla e telefoni in tilt. Adesso
il sito è ancora un po' lento, ma funziona ed è di una
semplicità/funzionalità disarmanti (specie se paragonato ai misteriosi
baracconi succhiasoldi che mettono in Rete dalle nostre parti).
Quello
sopra è l'ordine esecutivo con cui Obama chiude Guantanamo tratto dal
nuovo blog della Casa Bianca, a tre click dalla home page del sito
istituzionale: www.whitehouse.gov.
Quello sotto, invece, è lo slide show - stile Flickr
- coi 43 presidenti prima. I nomi sono scritti belli grandi e c'è il
tempo per decidere se leggere ogni biografia o guardare solo le figure. Eccolo qui.
L'immagine, Obama cheguevarizzato da Obey Giant, l'ho presa in prestito qui.
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21 gennaio 2009
IL PAPA NERO / 2
"Imbriglieremo il sole e i venti e il suolo per alimentare le nostre auto e mandare avanti le nostre fabbriche"
Il video l'ho preso in prestito qui. Il discorso integrale (in italiano) invece è qui.
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11 gennaio 2009
DIECI ANNI FA
La sera che se n'è andato io lavoravo al Corto Maltese.
Alla 3, tutte le notti, Olly cominciava a fare smorfie inequivocabili
verso il dj perché spegnesse la musica. Seguiva discussione e
minivertenza tra il dj che non voleva smettere e Olly che monetizzava
con gli occhi sempre più pallati ogni minuto di rischio-multa. L'ultimo
pezzo era sempre Take a walk on the wild side di Lou Reed: politica aziendale.
Quella sera mi ero portato il vinile originale di Via del Campo.
Dopo Take a walk on the wild side Olly ha fatto spegnere le luci e la gente si è messa a rumoreggiare piano, mentre in sotto fondo già si sentiva il fruscio, sotto la puntina. Poi è partita la musica, si sono accesi gli accendini e la gente ha cominciato ad applaudire e ad abbracciarsi. Quando si sono accese le luci eravamo in tanti con gli occhi lucidi. Fabrizio ci aveva fatto sentire parte di qualcosa di bello, ancora una volta.
Via del Campo l'ho presa in prestito qui.
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1 dicembre 2008
OBAMAGAMES
 Negli Stati Uniti spopola il gioco online (presto disponibile per Xbox 360 e iPhone) sulla campagna di Obama, in stile Mario Bros, ambientato in Alaska. Il giocatore se la deve vedere con le terribili pitbull moms, i cacciatori e gli agguerriti avventori dei bar di Wasilla.
Nel frattempo su Change.gov, il sito voluto da Obama per gestire online la lunga transizione prevista verso la Casa Bianca, gli americani possono giocare a Join the Discussion, cioè esprimersi su alcune questioni politiche calde. Prima domanda: cosa non funziona del sistema sanitario americano? Finora i commenti sono quasi 3000, sembra che la gente continui ad aver voglia di partecipare.
Nel loro piccolo, le Lance Libere hanno creato una campagna per incentivare la partecipazione dei bolognesi alle primarie del Pd che decidono il candidato del partito al post-Cofferati, con un meccanismo molto simile: raccogliere - su un blog, su Facebook e per la strada - le loro domande ai quattro candidati. Nell'immagine sopra la cartolina della campagna.
L'articolo completo di Vision Post sulle news tecnologiche di Obama è qui. Per giocare a Super Obama World clicca qui.
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