<%if foto<>"0" then%>
|
|
|
 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
 |
|
|
|
19 maggio 2008
FROM RUSSI WITH LOVE / 2
 L'Inter ha vinto lo scudetto
nonostante gatti neri, gufi e jettatori in carne ed ossa. Sarà contento
il petroliere ridens: il suo giochino da un miliardo di dollari gli ha
fatto guadagnare un'emozione. Può comprarsi serenamente altri
tre/quattrocento giocatori, prima che un qualche altro Moratti più
parsimonioso non gli fa mettere una palla in testa.
Brutta domenica per un romanista, in teoria. Tra l'altro Vanessa
ed io dovevamo lavorare parecchio, chiusi in casa alle prese con
quattro/cinque scadenze tra oggi e domani. Poi Sara - romanista pure
lei - è scappata da Roma e si è rifugiata a Russi, nella nostra relax-farm (Vanessa l'ha ribattezzata così perché tutti quelli che vengono a trovarci dormono, mangiano e sorridono in continuazione).
Così ci siamo visti la partita dell'Inter al bar dei comunisti,
davanti a due birre, mentre Vanessa a casa finiva il sito di CasaBase
(l'agenzia di intermediazione del lavoro domestico di Bologna). Sara
che è abituata a fare domande (ed è un po' comunista) non ha resistito
e ha chiesto perché tutti lo chiamano così: era la sede del
PCI (ora del Piddì), tutto lì. Le gufate hanno funzionato fino a
metà del secondo tempo, alla fine del primo eravamo campioni d'Italia,
poi sono arrivati i gol e la fine delle speranze.
Allora siamo tornati a casa un po' pesti ma sereni. Io mi sono rimesso a
lavorare e lei si è incammminata verso la campagna-campagna, dove
sarebbe riuscita a vedere tanto cielo (un lusso per chi abita in città). A
cena Andrea, il nostro vicino con tre abbonamenti sky in casa (per gli
amici, dice), ci ha prestato la bici così abbiamo potuto raggiungere la
sagra del castrato di Fossolo Faentino, per una stradina di campagna molto suggestiva.
Talmente
tanto suggestiva che Sara ha cominciato a fare insistenti battute sulla
possibilità che potesse essere lei il castrato in questione, la nostra cena. Più
o meno la stessa cosa che mi aveva detto un mese fa l'amico Maria (quello pazzo) poco dopo essere sceso dal treno, nel silenzio assoluto del
viale della stazione di Russi: e adesso mi uccidi?
Non
li ammazziamo mai i nostri amici, neanche se rimangono a ronfare una
settimana - inguardabili - come Ciubecca. Però li portiamo nella deep Italy
cui abbiamo accesso: Enrico e Maggie sono finiti all'osteria romagnola
con tanto di karaoke e cantante coi basettoni, Sara alla fine si è
voluta far fotografare con Dante, leader dell'omonima compagine
musicale in compagnia della quale abbiamo chiuso la nostra serata,
ricca di personaggi felliniani (tipo cameriera super tettona
truccatissima che ti guarda torva come se ti volesse centrifugare),
risate e libagioni in grande quantità.
Naturalmente non abbiamo finito i lavori ma è stata una bella domenica di coccole, che mi ha fatto dimenticare del tutto le miserie calcistiche.
Sara
poi mi ha mostrato questo sito fantastico, che nel mio ecumenismo di
oggi dedico a tutti i pellegrini-interisti che passano di qua: eccolo.
Nell'immagine il Passator Cortese, mitico bandito romagnolo divenuto simbolo dei prodotti DOC di queste terre. E delle sue sagre.
|
|
|