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 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
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1 novembre 2010
BUNGA VIRUS
“Bravo, ha fatto bene a telefonare, a fottersene delle convenzioni, a
mandare la Nicole a prendere Ruby in questura, e a spacciarla per la
nipote di Mubarak, ciò che solo la sua fantasia e il suo senso del
grottesco da commedia all’italiana potevano ideare per cavare d’impiccio
quella ragazza di strada che era capitata chissà come a una delle sue
feste, a uno dei suoi legittimi e barocchetti intrattenimenti domestici a
base di Sanbittèr, la bevanda che solo un maturo Ganimede, coppiere
degli dèi, può offrire a una festa.”
Come si fa a non essere d’accordo
con Giuliano Ferrara che (con consueta sobrietà) solidarizza con
l’amico-premier “quel che si dice bonariamente un puttaniere, un womanizer,
un libertino giocoso e gaudente” di 74 anni, che ha il fegato di dire
“sono orgoglioso del mio stile di vita”, a cui D’Alema vorrebbe
sguinzagliare contro mute di preti (tanto alla prossima battuta di
caccia vaticana contro una qualche libertà peccaminosa basterà fare
scena muta come al solito)?
“I’m a playful person, full of life. I love life, I love women.” Gli è bastata una frase (che in ingleseRepubblica conferma la propria snella e implacabile
autorevolezza e continua intrepida nel solco tracciato da Eugenio
Scalfari nel 1976”, graffia Annalena Benini a proposito di un giornale che arriva a scrivere
“ecco: da adesso si sa pure che, varcata una certa soglia, al rituale
del dopocena era assegnata la denominazione invero esotica di bunga
bunga. Assimilabile, quanto a strizzatine d’occhio, ma più potente, a
consimili espressioni quali gnacca gnacca, tuca tuca e bingo bongo,
quest’ultima nell’accezione non necessariamente leghista, ma
sadico-anale chissà se ancora in voga nella scuola dell’obbligo.”
suona anche meglio) per schiacciare un’altra volta i questurini della
questione morale, decisi a non occuparsi più di politica neanche per
sbaglio. “
Il copione è sempre lo stesso, rodato, delle campagne di
comunicazione virale: il messaggio-choc, sparato dall’ammiraglia liberal
italiana con un format che ne supporta adeguatamente il carattere di
“scoop” (le ‘dieci domande’ l’altra volta, la doppia paginata di D’Avanzo
questa), in poche ore deborda in Rete, invade radio e tv, intasa sms e
chiacchiere, raggiunge le testate estere che erigono, a loro volta,
totem festanti del nuovo sputtanamento di stato. Il bunga bunga, oltre
che il classico tormentone su Facebook, è un nuovo pezzo di Elio e Le Storie Tese e un bolognese ha già registrato il dominio web (www.bungabunga.it), ma come al solito i cinesi sono più avanti e Apple Daily, il quotidiano di Hong Kong ne ha tratto una clip in 3d.
L'articolo è stato pubblicato su The FrontPage. Il pezzo di Elio l'ho preso qui.
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1 ottobre 2009
IL TRAVAGLIO QUOTIDIANO
 "E' una sorta di "Travaglio della Sera" questo primo numero: a)
pubblicità di un libro di Marco Travaglio vicino alla testata; b)
commento di Marco Travaglio intitolato "De Villepin e de Minzolin"; c)
notizia a centro pagina: "Editto su Travaglio. Mannaia su Anno Zero";
d) a pagina due ci sono quattro articoli, e in ben tre si parla di
Travaglio; e) rubrica dello stesso Travaglio a pagina 6, "M'illumino
d'incenso", dedicata a Piero Chiambretti alias Pierino Slurpetti; f)
intera paginata, la 21, a firma Travaglio su "Come nasce un giornale.
Il giro d'Italia lettore per lettore"".
Dopo l'articolo di Stefano Di Michele sul Foglio
mi sono incuriosito e sabato (terzo numero) ho tentato di comprare una
copia del "Fatto Quotidiano", il nuovo giornale diretto da Antonio
Padellaro, in un'edicola di Ravenna intorno alle 11 di mattina. Finito.
"Ma si può anche ordinare il primo numero" mi ha informato
l'edicolante. Ci ho riprovato domenica 27, ieri, nell'edicola di Piazza
Farini, a Russi. Bingo. Arrivato al bar mi sono messo a controllare. Tutto l'articolo, il Bianconiglio pubblicato questa settimana sul blog di Aprile, è qui. L'immagine è stata presa in prestito qui.
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