<%if foto<>"0" then%>
|
|
|
 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
 |
|
|
|
12 aprile 2010
PORNOCRACY
 "Per
concludere questa classifica però vorrei mostrarvi una vera chicca, un orrore
in cui mi sono imbattuto proprio la scorsa sera nella mia città. È una
panineria che ha scelto come proprio nome Pane e Facebook e propone un menù nel
quale ogni panino ha il nome di un diverso sito, Social Network, motore di
ricerca ecc. Ma la cosa che più mi crea raccapriccio è sapere che esiste un
panino che si chiama YouPorn."
Con snobismo un po’ naif Daniele Mannina su ninjamarketing.it liquida
come “horror” una celebrazione pop dello sfondamento culturale della Rete, immortalata dal suo telefonino a quattro
passi da casa, e si raccapriccia misteriosamente per il panino chiamato
YouPorn. I gestori della paninoteca “Pane e Facebook”, invece, hanno
democraticamente riconosciuto che YouPorn,
con i suoi oltre 2 milioni e mezzo di visitatori al giorno (per oltre 23
milioni di pagine viste, quarantasettesimo sito più visitato al mondo), è uno
dei protagonisti della rivoluzione tecnologica in corso.
 YouPorn,
RedTube e Fuckbook sono solo alcuni dei principali porno social network,
l’altra metà del cielo rispetto ai Twitter, YouTube e Facebook canonici, che
conta milioni di utenti in tutto il mondo e un sacco di soldi tra banner
pubblicitari, siti e servizi (chat, videochat, web-cam) a pagamento, indotto.
Con un click chiunque può avere accesso a contenuti pornografici gratis di
qualunque genere, aggiornati in tempo reale con nuovi video amatoriali e
trailer più o meno ben camuffati di siti a pagamento, concorrenti, vecchi film.
Per andare oltre bisogna pagare.
Pensando
alla diffusione capillare (quasi in ogni paninoteca d’Italia c’è qualcuno che
ammette di conoscerne l’esistenza) e alla semplicità di utilizzo di questo e
degli altri porno social network, le periodiche moraline contro tette in prima
serata, fasce protette violate, film e videogiochi depravanti suonano sempre un
po’ stupefacenti. La contemporaneità è talmente impregnata dal sesso da averlo
trasformato in un vero e proprio totem, cartina di tornasole del potere come il
denaro, e quindi moneta di scambio per affari e politica. Bipartisan. Chiunque
ha amici maschi può fare rapidamente i conti di quanti, almeno una volta, hanno
invidiato le giovani e avvenenti compagnie femminili del premier.
Il
porno, quindi? “Un'istituzione benemerita, diffido profondamente da tutti
quelli e da tutte quelle che fanno la faccia sbigottita e dicono di non averli
mai visti”. Diceva Capezzone (quattro
anni e due partiti fa).
L'immagine l'ho presa qui. L'articolo è stato pubblicato (con un altro titolo) su "The Front Page".
|
|
|