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 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
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13 ottobre 2009
NOBEL ALLA MAGIA
 "Meglio non essere figli di cinesi, tuo padre e tua madre sono
entrambi vigliacchi che per dimostrare la loro fedeltà, quando la morte
è a portata di mano, fanno accomodare prima i leader"
L'altro
giorno su Repubblica ho scoperto la storia del De Andrè cinese, un
cantautore cieco di 39 anni che ha venduto milioni di cd e gira da solo
per la Cina da oltre vent'anni cantando l'altra faccia della
superpotenza. Cinismo, miseria, corruzione, sfruttamento dell'uomo
sull'uomo. L'unico mistero è perché non l'hanno ancora fatto fuori. In
tempi in cui il leader della speranza progressista mondiale evita di
incontrare il Dalai Lama per non turbare il buonumore diplomatico degli
eredi del Celeste Impero, come fosse un D'Alema qualunque, si tratta di
un dubbio legittimo. Obama ci ha subito ripensato, subissato da
una valanga di critiche, che hanno reso subito chiaro che il piatto
della bilancia costi-benefici della mossa in ossequio alla ragion di
stato pendeva decisamente verso i costi. Frasi come quella del deputato
repubblicano Frank Wolf non lasciano molti dubbi in proposito "Cosa
deve pensare un monaco o una suora buddhista rinchiusi nella prigione
di Drapchi nell'apprendere che Obama non riceve il leader spirituale
tibetano?" Così il presidente ha annunciato che incontrerà il Dalai Lama in data da destinarsi, decisa di comune accordo. L'articolo intero, il Bianconiglio di questa settimana pubblicato ieri su Aprile, è qui. L'immagine l'ho presa in prestito qui.
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31 dicembre 2008
MERRY CRISIS AND A HAPPY NEW DEAL! / 2
Trentasette anni dopo Happy Xmas (War is Over) di John Lennon, la guerra è tutt'altro che finita; I luoghi sacri di islamici, giudei e cristiani sono per l'ennesimo
Natale il teatro del disincanto e della disperazione in diretta tv; la
faccia più truce della crisi della nostra civiltà irrompe nei cenoni e
nei pranzi sotto l'albero.
Tutto l'articolo sul blog di Aprile: qui. Happy Xmas (War is Over) l'ho presa in prestito qua.
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20 dicembre 2007
BUON ORGASMO
 Quando si entra in un luogo di culto di solito si abbassa la voce. Credo che la ragione sia il mix fra quel tanto di soggezione/rispetto che anche i senzadei più convinti provano in casa d'altri e la percezione di trovarsi di fronte a pensieri, speranze, fedi che le persone passate di lì hanno pensato, sperato, creduto nel corso degli anni. Quasi come se fossero rimasti attaccati da qualche parte lì dentro e non ci fosse modo di farli uscire. Spiriti inanimati, muti testimoni dei tempi e delle coscienze di passaggio, saldate in un tutto fornito di una sua propria consistenza.
Questa mia sensazione trova sul Corriere on-line di stamattina una paradossale conferma. O meglio: il Global O, l'orgasmo per la pace, appuntamento planetario fissato da Donna Sheehan e Paul Reffell per il prossimo 22/12 (alla seconda edizione) mi sembra un'ottima analogia per afferrare quanto sostenuto sopra.
L'evento si basa su una teoria sviluppata da una
comunità di scienziati, ingegneri e artisti di tutto il mondo su un portale dell'Università di Princeton, New Jersey. Il Global Consciousness Project raccoglie dati su ogni tipo di eventi dal 1998 e ne esamina con
metodo scientifico le correlazioni su scala planetaria. Secondo il
portale universitario l'umanità condivide emozioni e intenzioni,
contribuendo alla creazione di una coscienza globale che può
modificare il campo energetico della terra e produrre conseguenze sulla vita
reale.
C'è l'autografo di Wilhelm Reich nella cosmologia del Global O. E la coscienza globale assomiglia all'intelligenza collettiva di Pierre Lévy, cambia solo il training: il sesso per la prima, l'interattività della Rete per la seconda. Ma sempre di abbracci si tratta.
Il 22 dicembre l'unica sfiga è il fuso orario. Per contribuire alla pace nel mondo con l'energia del nostro orgasmo (assommata a quella degli altri) dobbiamo puntare la sveglia sabato mattina all'alba: il Global O è fissato per le 7 e 8 minuti (ora italiana). Bisogna far due conti.
Homer-Munch l'ho preso in prestito qui.
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