<%if foto<>"0" then%>
|
|
|
 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
 |
|
|
|
15 marzo 2010
SUPERTAR
"In
qualche modo è una data storica, che verrà ricordata nei libri di comunicazione".
Aldo Grasso colpisce nel segno perché,
al di là degli annunci epocali (un po’ ovvi considerata la location), la
“Mentana Condicio” è una bella idea già diventata evento. Il blackout dei talk
show “politici” (“basta teatrini!”) aveva aperto una breccia, creato
d’improvviso un mercato: quei 5 milioni di italiani, consumatori assidui
(quando non veri e propri tossici) di informazione. “Vietati in tv, liberi sul
web” è il claim della trasmissione che il disoccupato di lusso Mentana ha
inaugurato sul sito del Corriere della Sera (che a ogni puntata invia legioni
delle sue penne migliori).
“Allora
eccoci qua… è inutile che vi faccia qualsiasi pistolotto perché se avete
cominciato a seguire queste immagini sapete già di che si tratta… facciamo qui
quello che non si può più fare sulle televisioni nazionali…”. Nella prima puntata un La Russa in gran spolvero
(era reduce dalla performance fascio-dadaista
alla conferenza stampa del premier, il mattino) si è misurato con il vice
segretario del Pd, apostrofato da Mentana con un bel “ma lei parla proprio come
un libro stampato” (lui non ha battuto palpebra, per tutta risposta). Per quasi
un’ora, in un clima semidomestico, i due se le sono date (cioè: La Russa ci
provava ma Letta era come Mister Fantastic) incalzati dalle pop star “castiste”
Stella-Izzo. Il comizio della seconda puntata,
invece, è stato usato da Di Pietro per annunciare la fine delle ostilità nei confronti
del Quirinale, in vista della réunion unionista di sabato 13 marzo.
Per
un paio di giorni la Rete ha preso il posto della tv, Santoro pure ha
annunciato la versione online di “Annozero”, rendendo l’elettrodomestico del
Novecento ancora più antico. Poi SuperTar ha mollato un altro ceffone a
Berlusconi (dopo la sentenza che ha cassato la lista del Pdl a Roma,
sbertucciando con un tratto di penna il famigerato decreto-colpo di stato) e ha
dato ragione a Sky e La Sette, che avevano fatto causa contro il provvedimento
che vietava i loro talk show (e le loro entrate pubblicitarie). Quella di
Mentana rischia di rimanere una talentuosa parentesi.
L'articolo è tratto da The Front Page, dov'è stato pubblicato con un altro titolo.
|
|
|