13 ottobre 2010
THIS IS NOT AMERICA
“Un po’ Renzi, un po’ Vendola”. Secondo il suo entourage
questo è il ritratto di Benedetto Zacchiroli, neo candidato sindaco
alle elezioni primarie del centrosinistra bolognese, che si accinge a
sfidare il folk-runner Maurizio Cevenini, sostenuto dalla maggioranza di elettori e notabili –
indecisi a tutto – del Pd ancora sotto choc dopo le dimissioni di
Delbono, e Amelia Frascaroli, ex braccio destro di Don Nicolini alla
Caritas, esponente di spicco del cattolicesimo più impegnato dalla parte
degli ultimi, stimatissima candidatura di bandiera (e, eventualmente,
perfetto vicesindaco).
Dopo l’abbandono a sorpresa di Duccio Campagnoli (ex segretario della
Camera del Lavoro di Bologna, ex assessore alle attività produttive
della Regione e, in altri tempi, candidato naturale dell’establishment
politico ed economico, almeno tra quelli in partita), a tentare di
rompere le uova nel paniere è, naturalmente, il classico “giovane”
candidato di rottura. Zacchiroli ha 38 anni e, a parte i girotondi, è
stato collaboratore dell’ex sindaco Cofferati (ha curato le relazioni
internazionali di Bologna) e ora è consulente della città di Fortaleza
(in Brasile) e dell’Unesco.
La mossa di Zacchiroli è stata architettata sin dall’inizio come
un’azione virale capace di cortocircuitare a proprio vantaggio la fame
di news delle gazzette cittadine e la debolezza del fu partitone. Tutto è
iniziato dallo slogan di un volantino distribuito alla Festa dell’Unità:
“il candidato alle primarie non cev” (con chiara allusione a Cevenini),
definito dall’autore (con poco senso della misura) “un gesto dadaista”.
Da lì è partito il mistero medatico-politico sul “nuovo candidato” (il
sito senza nome, le indiscrezioni), orchestrato dallo staff di
Zacchiroli (che smentiva di essere lui nonostante tutti quanti lo
sapessero). Il letargo della ragione ha fatto il resto e alla fine della
fiera Zacchiroli è stato incoronato “nuovo Renzi bolognese” da Lucio Dalla in persona.
Si dice: la politica si sta personalizzando, come negli Usa. Negli Stati Uniti, in queste ore, in occasione delle elezioni di mid-term sta andando in onda una vera e propria guerra degli spot – dalla strega O’Donnel al “governo sulle spalle”, passando per Dan il Talebano e le performances di Palla di Cristallo (si chiama davvero Krystall Ball)
– che sembra aver confinato ancora di più la politica a variabile
dadaista dello show (il calo di fiducia nei confronti di Obama e lo show
mediatico dei Tea Party contribuiscono a infiammare il clima). Ma
sempre negli Stati Uniti, e sempre nelle stesse ore, una radio pubblica –
NPR – ha pubblicato sul proprio sito The Message Machine, una sezione ad hoc per verificare le bugie contenute negli spot. Senza sconti per nessuno.
"This is not America" di David Bowie è qui. L'articolo è stato pubblicato su The FrontPage.
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