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 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
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1 ottobre 2009
ITALIAGATE
 Che ci sia qualcosa di scandaloso nell'Italia di questo inizio ottobre 2009, è un dato di fatto. L'Avanzo di Balera procede ormai spedito lancia in resta verso le elezioni regionali, che ha eletto a regolamento di conti con nemici esterni e cortigiani infidi. Non possono essere tollerati dissensi o rischi di qualunque genere, come in ogni colpo di stato che rispetti infatti "l'unica parola d'ordine è che deve riuscire, costi quel che costi, e nessuno dovrà mai essere perseguibile in alcuna sede".
Ogni voce critica deve essere spenta, ogni dissenziente neutralizzato in una maniera o nell'altra. Il tempo stringe, il vecchio palpaculi ha compiuto i 73 e per completare il Piano di rinascita nazionale della P2 di Gelli non gli rimane molto.
La libertà di stampa in questo contesto è ovviamente un lusso. Si tratta tra l'altro di una libertà onerosa, a carico dei contribuenti e basterebbe un decreto legge (che recepisse il V-Day 2 di Grillo contro i finanziamenti pubblici ai giornali, ad esempio) per spegnerla senza tante discussioni (e col vento in poppa dei sondaggi). Perdippiù c'è la crisi e questa libertà viene ormai usata quasi solo per raccontare storie di orge, coca, mignotte e ruffiani. Operai, studenti, precari e cassintegrati fanno le comparse di questo autunno per ora assai tiepidino.
Poi naturalmente ci sono i Travaglio. Giacobini de noantri per cui l'Avanzo di Balera è una vera manna dal cielo. Fa vendere libri e giornali (a Travaglio, Gomez, Colombo, Padellaro & Co.) e prendere voti (al buon Tonino nazionale, recentemente sculacciato con ferocia - troppa poca moralità nel partito - dal capo spirituale dei sanculotti, Flores D'Arcais). Libertà minacciata e giustizia ad personam sono il vero e proprio core-business delle loro carriere, il leit motiv del loro discorso pubblico da quindici anni in qua. L'altra faccia di questa Italia da paura.
Verrebbe voglia di dire: spegnetela quella tv del cazzo, chiudeteli tutti i giornali novecenteschi pagati con le nostre tasse. Lasciateci in pace in Rete. In questo momento però attaccare la libertà di stampa significa prendere a calci la democrazia repubblicana, sport nel quale l'Avanzo di Balera notoriamente eccelle. Per questo bisogna difendere tutti quei chili di carta che ingombrano le edicole ogni mattina e quel poco di non subumano che resta nei palinsesti tv (per chi ci guarda ancora).
Alla manifestazione del 3 ottobre (che doveva essere il 19 settembre) per la libertà di stampa ha aderito anche la Rete degli Studenti. Le Lance Libere hanno preparato il manifesto (sopra) e un adesivo che verrà distribuito in manifestazione.
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