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 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
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29 giugno 2010
PIRATI LEGALIZZATI
 “Scusa, se io pago una tassa per una cosa che non si sa se faccio o
meno, si presume che questa cosa è legale. O no?” Massimo è un
informatico bolognese che sostiene, con ridanciana serietà, che in
Italia “scaricare selvaggiamente” è legale dall’entrata in vigore del
decreto legislativo firmato dal ministro Bondi lo scorso 30 dicembre,
poco prima di stappare lo spumantino, che introduce una tassa sui
supporti multimediali (inclusi hard disk interni ed esterni, memorie
dei telefonini, chiavette USB). “Presumendo quindi che tu scarichi e
conservi i files”, secondo Massimo. Una sorta di condono preventivo.
Si tratta del sequel del contestatissimo
(all’epoca) decreto Urbani che introduceva una tassa sui supporti
vergini, per garantire – appunto – l’equo compenso (derivante dalla
presunta “copia privata” di un’opera, concessa ai consumatori) che
dovrebbe spettare agli artisti. L’Asmi
(l’associazione di categoria dei produttori di supporti multimediali,
Sony, Maxell, Tdk, Fuji magnetix, Panasonic, Philips, Hewlett-Packard,
Memorex, ecc.) ci fece una campagna (nella foto il manifesto) contro la “Memory Tax”, la tassa sui ricordi, prima di intentare un’azione legale nei confronti della Siae in grado di provocare una voragine da 70-80 milioni di euro (su circa 700 di fatturato).
Sarà per questo, magari, che Bondi ha raccolto il testimone di
Urbani? In Rete naturalmente si (s)parla apertamente di una “tassa
Siae”, un decreto scritto per continuare l’alimentazione artificiale di
uno degli enti più discussi e decotti d’Italia e per dare un po’ di
ossigeno alle corporation (in tempi di pirateria di massa). Guido Scorza, presidente dell’Istituto per le politiche dell’innovazione, puntualizza
sui numeri: “Sembra opportuno ricordare che nel 2008 la Siae ha
complessivamente incassato compensi per 671 milioni di euro e che tale
importo è destinato, per effetto delle nuove disposizioni varate dal
ministro Bondi il 30 dicembre, a lievitare di circa il 50% nel prossimo
anno.”
Tra l’altro, sempre secondo Scorza, “il ministro sembra aver
completamente dimenticato i limiti del potere regolamentare affidatogli
e sembra essersi spinto ad imporre il pagamento di un compenso anche in
relazione a “memorie fisse o trasferibili” non “destinate alla
registrazione di fonogrammi o videogrammi” in esecuzione della copia
privata.” In base a quale criterio, quindi, devo pagare una tassa per
mettere, ad esempio, questo articolo sulla mia chiavetta USB? Delle due
una: o per il governo tutto fa brodo (e si è un po’ allargato, per
Scorza), oppure ha ragione l’informatico bolognese. E Bondi libera
tutti.
L'articolo è stato pubblicato su The FrontPage. La campagna è stata realizzata da Orione Lambri e Fabio Balcon nel lontano 2002.
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2 giugno 2008
SERIE A
 Questo è il nostro Gay Pride...! Dopo tutti questi anni passati a prenderlo nel culo...
Così Andrea Mingardi, artista di punta della mia città (sfighé e gisto e cesira tra le hits più popolari), ieri sera su èTv, visibilmente alticcio. Come simbolo di ripresa (anche mentale) certo non è il massimo. Ma, da bolognese (anche se romanista), sono contento. Spero che la serie A possa significare qualcosa anche di extracalcistico per Bologna: è un'iniezione di energia di cui aveva bisogno.
L'ha capito bene il SIndaco (interista), che ha scelto questa simbolica giornata per rilanciare alla grande la propria (ri)candidatura.
Nella foto (presa in prestito qui) la formazione con cui il Bologna ha vinto il suo ultimo scudetto, nel 1964 all'Olimpico di Roma, nello spareggio con l'Inter: 2 a zero (mio babbo c'è andato!).
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