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 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
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28 novembre 2007
CESARE
 Proprio adesso che il cesarismo è tornato di gran moda, che da destra e da sinistra si sente chiedere "legge e ordine" "tolleranza zero", decisionismo e potere; proprio adesso che i vari Cesari in circolazione stanno dando il peggio di sè, sempre troppo bassi per immaginarseli in testa alla carica, il bianco destriero e il corno da caccia spianati, e sempre troppo striduli, nell'effettivo potere, per poter fare la voce grosse ai molti mali che affliggono le società; proprio adesso che anche Hillary perde dei colpi mi sono venuti in mente i "Cesare" che ho conosciuto.
Il nome incide sul carattere (parlo per esperienza, ovviamente) e tutte le persone che ho ricordato sono, a loro modo, dei personaggi. Non privi di cesarismo, ma sempre annaffiato, stemperato, addolcito da un'autoironia brusca e consapevole.
L'ultimo "Cesare" che ho (ri)conosciuto è il Corvo, il gestore dell'Osteria del Legionario. L'ho incontrato al bar l'altro giorno, che smadonnava in giro sgranando gli occhi, e mi ha raccontato che ha chiuso i battenti nel 2005, più di due anni fa. Cazzo, erano anni che non ci andavo, mi sarebbe piaciuto tornarci. Ma si dice sempre così.
Chi c'era andato da poco la racconta così. Nella foto il quadro che campaggiava nel locale del Corvo. Un Cesare coi baffi, del 1947.
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