<%if foto<>"0" then%>
|
|
|
 VOTO Per il partito del diavolo. Quello dei mercanti, delle mignotte, dei preventivi.
Che ha inventato il marketing e gli hippie. Principio vitale e creatore, maschio, della contemporaneità. Ora, però, sta perdendo dei colpi. Martiri e beghini non fanno altro che strillare di valori e verità. Tutte balle per il vecchio tiranno, avvezzo alla ruvida legge del business e a quella melliflua del piacere. Parole incomprensibili, sparate in tutto il mondo dalla comunicazione.
Il re si era illuso. Per anni aveva dimenticato: non era solo al suo arrivo. La comunicazione era sempre stata lì. Creatrice, femmina, dell’umanità. Il vecchio aveva creduto di dominarla e in effetti per lungo tempo era andata così. Non aveva più memoria di essere anch'egli una sua creazione. Una funzione. Lei poi se ne stava in un angolo. Zitta e buona, casa e bottega.
Non aveva fatto una piega neanche quando le aveva portato a casa la tecnologia. L'arrivo della nuova amichetta sembrava non turbarla. Anzi: assecondava di buona lena ogni morbosità del veccho pervertito. Poi ci ha preso gusto e ha cominciato a giocare per sé. La nuova non le dispiaceva affatto, era una complice ideale. Efficiente, assecondava ogni voglia con pruriginosa meticolosità. E aumentava sempre la posta.
Dominata e dominatrice, allora, si sono messe a giocare insieme. Proprio sotto gli occhi del re, che non vedeva e si compiaceva: la partita era sempre più eccitante. Ma gli sguardi tradivano e il vecchio era costretto a rincorrere. Sempre più spesso non capiva e passava in rassegna prima l'una poi l’altra, a ripetizione, per afferrare qualcosa. La bocca spalancata.
Loro lo tranquillizzavano, gli facevano le coccole e lo mettevano a dormire. Era stato un re glorioso e non si meritava uno scherno manifesto. Dentro di loro, però, sapevano già come sarebbe finita.
 |
|
|
|
13 gennaio 2008
CHI CE L'HA PIÙ LUNGO?
 Dice, ma com'è che sei fissato con la leadership femminile? È una posa? O una strategia maschilista di riduzione del danno? Chissà.
Di certo basta perdere dieci minuti a rovistare in quella discarica chiamata "media" per rendersi conto che il chi piscia più lontano (in tutte le varianti concesse e concepite) sembra essere lo sport più diffuso tra gli statisti maschietti di ogni colore e latitudine.
Dopo il semprepronto Sarko (secondo me o sniffa come un'aspirapolvere oppure è un po' fuori di boccino come dice Cécilia) che a forza di spaccare i maroni a mezzo mondo con amori e gaffes da bar sport (di dimensioni planetarie) è riuscito in pochi giorni a disperdere gran parte della fiducia dei francesi nell'azione del suo governo, adesso è il turno di Chavez. Più che un gorilla è un toro dice la sua nuova conquista, secondo il global gossip del giorno, Naomi Campbell.
Noi non ci possiamo lamentare, con l'Avanzo di Balera che tiene alto lo stendardo dello sciupafemmine italiano e il suo eterno balilla che conferma che la crisi del cinquantenne azzimato non è una semplice leggenda metropolitana.
Tutto sommato meglio Angela Merkel.
Se fosse successso a Ségolène. L'articolo di Lidia Ravera. La foto l'ho presa in prestito qui.
Piesse Ora stanno un po' infierendo.
|
18 dicembre 2007
IO C'HO L'ALIBI, A QUELL'ORA... SONO QUASI SEMPRE VIA
 Come l'Armando di Jannacci. Prodi non lo incontra perché ha altri impegni "all'estero", D'Alema sbruffoneggia a suo modo (facendo finta di non capire che la dimensione del simbolico è concreta
almeno quanto il suo ego), Napolitano si è svaporizzato da fermo, il
Papa manco si degna di spiegare.
Questa è stata, in ordine gerarchico crescente, la risposta delle "istituzioni" italiane alla visita del Dalai Lama (non ufficiale? ma davvero? e chi se n'è accorto, che cambia presidente D'Alema?). Si arrischiano ad allungare la zampa Bertinotti, Veltroni e Formigoni, protestano i soliti radicali (con l'Emma che dice di dissentire, dolcissima, da Prodi), e per questo vengono salutati come esempi anticonformisti di coraggio dalla stampa bipartigiana. Che Italia.
Un po' come se Ratzinger andasse in visita in Turchia (senza chiedere il permesso al D'Alema nazionale) e incontrasse il sindaco di Istambul e il presidente di qualche regione, non i vertici politici e religiosi del paese. A proposito: non stava per andare a finire così giusto qualche tempo fa? E noi, l'Italia, la cristianità minacciata, come l'avevamo presa?
E dire che c'era (almeno) un motivo, gretto fin che si vuole (i voti islamisti alle elezioni) ma concreto, e che dopo tutte le pressioni subite alla fine l'incontro c'è stato. Invece rifiutarsi di incontare una delle massime autorità spirituali del pianeta per un ricatto della dittatura più ricca e sanguinosa è un vero schifo. Anche perché Angela Merkel e Bush, che se ne sono sbattuti dei veti di Pechino e hanno ricevuto l'anziano leader buddhista con tutti gli onori che merita, non sono diventati improvvisamente buoni: sanno solo che se ci si fa ricattare sul Dalai Lama si può essere ricattati su tutto (da tutti).
Poi il Dalai Lama è uno dei pochi che parla (pensa e agisce) così. L'Armando lo trovi qui. La foto del Dalai Lama invece l'ho presa in prestito qui.
|
12 dicembre 2007
UN RADIOSO FUTURO ALLE SPALLE
 Io non dico che ogni giorno debba finire a cazzi e cazzotti, oppure strafatti per tre giorni a rotolarsi nel fango (magari davanti a un riff di Jimi Hendrix) come a Woodstock. Va bene essere reazionari ma rendersi ridicoli no, quello dovrebbe essere un limite. Forse a forza di sentirsi ripetere la favoletta suii guai provocati dal '68 qualcuno ci ha creduto e sta cominciando a tirare il culo (e le leggi) indietro. Ma è solo l'ultimo acido di ex sessantottini alla frutta, non c'entra molto con la realtà.
La Grosse Koalition guidata da Angela Merkel in questi giorni è messa a dura prova dal dibattito
sull'applicazione della normativa europea che regolamenta il
sesso tra teen-agers. Regolamenta per modo di dire perché, se in teoria
vuole combattere pedofilia e sfruttamento della prostituzione, in
pratica limita drasticamente la libertà sessuale degli under 18.
Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ex ministro della giustizia liberale, commenta così "è in linea con le idee dei
cristiano-democratici e dei socialdemocratici di proibire tutto e di
regolare tutto".
L'ossessione
del controllo continua ad affacciarsi nelle legislazioni degli stati
(non solo catto-comunisti) in barba alle carte dei valori
liberal-generiche che vengono sfornate in continuazione. Forse è una reazione, un fallo di frustrazione (come si dice nel basket). D'altronde
sulle cose serie (tipo: rivoluzione tecnologica, disastro ambientale e
povertà, competizione economica planetaria e globalizzazione del lavoro
e della conoscenza) le istituzioni nazionali non contano più quasi
nulla. Quindi si sfogano sul sesso (in tutte le sue lubriche
declinazioni) e se la prendono coi ragazzini che scopano, con la playstation, con le discoteche.
L'articolo del Corriere sulla nuova mordacchia sessuale in Germania: qui. Le sette tesi sul cosmopolitismo di Ulrich Beck: qui. Un radioso futuro alle spalle l'ho preso in prestito: qui.
|
|
|